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I materiali, la costruzione e gli assetti sono solo una parte di quel complesso e delicato sistema che costituisce bassi/chitarre elettriche. L’equilibrio di queste componenti determina il modo in cui la corda vibra, la velocità di propagazione del suono (l’attacco), la durata della nota (il sustain) e il colore (gamma armonica). Tutte queste caratteristiche nel loro insieme strutturano il tono dello strumento. Le parti essenziali che costituiscono il sistema strumento sono tre: body, manico e hardware.
Senza ombra di dubbio il legno ricopre un ruolo fondamentale dando carattere al nostro amato suono. Il body è uno dei tre elementi fondamentali dello strumento. Assolve un doppio scopo: strutturale e sonoro. Nel primo caso grazie alla sua forma sostiene il peso del braccio per facilitare l’esecuzione della pennata e dell’arpeggio; contemporaneamente regala una casa a pickup, wiring e ponte.
Lo scopo sonoro invece è in funzione del materiale. I body infatti di norma sono realizzati in legno (o essenza) e fra questi i più usati sono: il mogano, l’alder o ontano (stessa pianta ma la prima di provenienza americana, la seconda europea), il frassino, il frassino di palude, il tiglio e in alcuni rari casi l’acero.
Analizziamoli uno per uno:
Legno tendenzialmente compatto e dal peso medio alto, facilmente riconoscibile dalla sua porosità e dal colore rosso bruno. Proprio grazie ai suoi grandi pori enfatizza tutta la gamma armonica dei medi e dei bassi. Gli acuti risultano definiti ma decisamente meno presenti. È un legno di pregio molto risonante, spesso viene abbinato a un top in acero (es. Gibson Les Paul), il quale oltre ad aggiungere il proprio contributo sui medi ed alti, ha la funzione di propagare le vibrazioni dal ponte alla superficie sottostante e lasciarla cantare mettendola in vibrazione. In questo caso avremo un suono decisamente completo dal punto di vista delle frequenze, con un attacco non proprio velocissimo, ma di sicuro molto duraturo. Esistono varie tipologie di mogano, con sfumature sonore differenti, ma che rientrano comunque in questi standard.
Legno morbido dal color sabbia-rosato, tipicamente utilizzato nella costruzione di Stratocaster e Telecaster, è facilmente riconoscibile dalla sua venatura larga e irregolare. È un’essenza mediamente leggera la cui gamma armonica forma la cosiddetta campana, s’incentra prevalentemente sulle frequenze medie rimanendo bilanciato su alti e bassi.
Legno duro, dal colore molto chiaro, venatura larga e irregolare, peso estremamente variabile, principalmente utilizzato dalla Fender. Il suo punto forte è l’attacco, ma va tenuta in considerazione la sua naturale equalizzazione: alti molto pronunciati e taglienti, bassi tondi, medi scavati e poco presenti.
Esteticamente molto simile al precedente, lo si distingue per il peso decisamente inferiore e per la presenza di pori sulla superficie. Sono proprio queste cavità a donargli un sound corposo e generoso sulle frequenze medie pur essendo sempre molto brillante e dal tipico attacco veloce.
Essenza molto morbida e leggera dal colore bruno-grigio, la si riconosce dalla sua quasi assenza di fibra. È un legno senza particolari attitudini, bilanciato armonicamente ma piuttosto cupo, non ha particolari punti di forza a parte il prezzo contenuto e la facile lavorazione. Viene infatti utilizzato da molte aziende per produrre chitarre di fascia media.
Essenza molto compatta, risonante, dal profumo zuccherino. Si differenza dagli altri legni per la sua sfumatura giallo-arancione, presentando a volte giochi di fibra che danno diversi nomi alla stessa pianta: acero marezzato, quilted, occhiolinato, i quali aumentano il valore estetico del pezzo ma non la qualità acustica. Frequenze bilanciate con alti e bassi definiti e una gamma armonica incentrata principalmente sui medi. Date le sue caratteristiche è usato comunemente per la costruzione di manici e tastiere.
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